Il 3° ed ultimo livello. Nel corso MET-PI 3, inizialmente si svolge la parteanatomo-fisiologica del CLINICAL MET-PI e poi prosegue riesaminando tutte le tecniche dei primi 2 livelli,offrendo allo studente l’opportunità di discutere qualunque aspetto dei livelli precedenti, sia per la partedidattica sia per la pratica. Dopo la revisione e l’affinamento delle tecniche già apprese, si introduconoe si sviluppano le tecniche MET per il rachide cervicale della spalla, con tecniche funzionali alle articolazionicervicali superiori OA e C2, ponendo l’attenzione sull’importanza del rachide cervicale superiore e sullasua influenza nel controllo delle azioni connesse al sistema nervoso parasimpatico. L’approfondimentoe la conseguente discussione alla pratica vertono sull’estrema importanza che i trattamenti del rachidecervicale superiore assumono rispetto alla guarigione e alla salute generale dei pazienti.
IDEATORE DEL CORSO: Dr. Philip Thomas DO BSc. G.O.s C.
CO-DOCENTI: PER LA PARTE CLINICAL MET-PI: Raniero Busdon DO – DR. Matteo Menegoni FKT, DO
TRADUTTORE AL CORSO: Dr. D. Maggio
RESPONSABILE DIDATTICO: Dott. Diego Maggio Bsc (Hons) DO. CST-D
Il 3° livello intende condurre il discente ad acquisire nuove tecniche comeulteriore strumento di valutazione attraverso l’approfondimento della materia dell’esame discreening funzionale integrato MET per implementare quanto appreso nel 2° livello, MET-PI 2. Lacoordinazione e l’affinamento del gesto terapeutico è finalizzato all’apprendimento e allacomprensione delle procedure delle tecniche di energia muscolare MET nella loro correlazione con ilmodello di “tensegrity”, nell’equilibrio posturale e nel controllo, in relazione al modello delmeccanismo della molla tensegrile e in questo terzo livello, soprattutto in relazione al rachidecervicale e alla consapevolezza della sua funzione correlata al sistema nervoso parasimpatico.
La trasmissione della conoscenza è organizzata in modo che i partecipanti possano acquisire le nozioni teoriche e pratiche che consentono la presa in carico dell’utente o del paziente, ponendo ogni operatore o terapista in condizione di costruire l’azione d’intervento.