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TOCCO COMPASSIONEVOLE COMPASSIONATE TOUCH PREVENIRE IL BULLISMO CON UN TOCCO GENTILE - Upledger Italia - Accademia Cranio-Sacrale
l'Associazione Cranio-Sacrale Upledger Italia

TOCCO COMPASSIONEVOLE
COMPASSIONATE TOUCH PREVENIRE IL BULLISMO CON UN TOCCO GENTILE

Il tocco viene prima della vista, prima della parola.
È il primo linguaggio e l’ultimo e racconta sempre la verità”
Margaret Atwood

 

Premessa: il Tocco Compassionevole (Compassionate Touch) è un protocollo di CST dedicato a bambini e insegnanti delle scuole primarie.
Il progetto è stato sviluppato in America dal Dott. Upledger, per i bambini delle scuole per la prima infanzia e le scuole dell’obbligo, per poter istruire i bambini ad essere meno aggressivi e le persone che si prendono cura dell’educazione dei bambini, compresi famigliari, a stimolare comportamenti costruttivi che contrastino l’aggressività e il bullismo, in ogni sua forma.
Il progetto del Tocco Compassionevole è stato portato anche in Italia e per un anno e stato proposto e realizzato in alcune delle scuole elementari di Roma.

L’OBIETTIVO DEL TOCCO COMPASSIONEVOLE NELLE SCUOLE

Nella nostra società, altamente tecnologica, per molti ragazzi è difficile riuscire ad instaurare quelle relazioni interpersonali tra coetanei, quei rapporti sociali basati sull’amicizia e sullo scambio alla pari che, un tempo, caratterizzavano la quotidianità di ogni bambino.
Prima della rapidissima diffusione dei mezzi di comunicazione tecnologici e del dilagare di giochi e forme di intrattenimento elettronici, i ragazzi avevano effettivamente molte più occasioni di stare insieme e sviluppare così non solo l’abilità di relazionare, ma anche l’autostima. Allo stesso tempo, poteva crescere e svilupparsi, nei ragazzi, anche quel sentimento naturale di compassione e rispetto per tutti gli altri esseri viventi (inclusi gli esseri umani) che oggi sembra dimenticato.
E’ stato osservato come i neonati e i lattanti sembrino avere una capacità di “compassione”, intesa come capacità di avvertire e condividere la sofferenza altrui, fin dal momento della nascita. E’ noto, infatti, che neonati e bambini molto piccoli avvertono immediatamente la sofferenza o il disagio delle persone che si avvicinano loro e la esprimono piangendo a loro volta, “per simpatia”.
Il significato di “Compassione”è infatti: il sentimento di partecipazione sentita e sofferta per dolore e stati d’animo connessi ad una persona.
I sinonimi di “Compassionevole” sono: pietoso, comprensivo, indulgente, caritatevole, misericordioso, benigno.
Questa capacità istintiva di “sentire” il dolore altrui merita di essere coltivata; tutti ne abbiamo bisogno e, per esserne capaci, è necessario ritrovare la gioia spontanea e disinteressata degli abbracci, delle carezze, la capacità di donare conforto attraverso un gesto fisico che esprima bontà, affetto, compassione; riscoprire un modo di relazionarsi agli altri che privilegi l’aspetto umano.
Sono la bontà e la compassione che ci permettono di immedesimarci, in un certo senso, in quello che può provare una persona quando è vittima di una violenza. La compassione è dunque un antidoto alla violenza.
Se consideriamo, infatti, le manifestazioni di violenza e aggressività come inversamente proporzionali alla presenza di un sentimento di empatia e compassione, allora sentire il desiderio di portare conforto a chi sta soffrendo, oppure essere aperti all’aiuto altrui quando ci si trova in momento difficile o doloroso, dovrebbe ridurre l’istinto di ricorrere alla violenza e all’aggressività.
Inoltre, quando si sa di poter essere validamente di aiuto agli altri, ci si sente maggiormente considerati e di conseguenza aumentano l’autostima e la fiducia in se stessi.
I bambini a cui è stato insegnato il Compassionate Touch e che sono stati incoraggiati a metterlo in pratica proficuamente, si sentono utili al prossimo e sviluppano al contempo un maggior senso di appartenenza alla comunità sociale e migliori relazioni interpersonali, sono meno inclini a comportamenti disturbanti ed è più facile che dimostrino invece un approccio socialmente corretto.
Se ai bambini che frequentano l’asilo e le elementari si insegnasse ad essere d’aiuto a chi soffre, il loro modo di vedere la vita e di considerare se stessi sarebbe senz’altro più positivo, migliorando così anche la loro capacità di relazionarsi con il prossimo. Un buon livello di autostima e rapporti sociali soddisfacenti sono, ad esempio, inversamente proporzionali all’insorgere di tendenze suicide e alla disperazione.

La Tecnica Cranio Sacrale, CranioSacral Therapy, avendo come obiettivo il benessere, non è professione sanitaria e non svolge attività riservate esclusivamente alle professioni sanitarie. In questo senso il termine "terapia - therapy" non è inteso in un'accezione strettamente sanitaria, bensì in riferimento alla nozione estensiva di "salute" (e quindi inevitabilmente anche di "terapia") così come formulata dall'OMS: "stato di completo benessere fisico, emotivo, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia". Se la salute viene definita in questa maniera è inevitabile che il suo raggiungimento o il suo ripristino non possa passare esclusivamente per la funzione delle professioni sanitarie. La CST è pertanto anche impiegata in ambito sanitario come risorsa complementare e aggiuntiva, sempre e comunque su indicazione e sotto la responsabilità di personale sanitario, in linea con la sua storia e la sua tradizione e sempre nel merito delle specifiche competenze, conoscenze e abilità di ciascuna professione (sanitaria o non ordinistica).

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